Sarà aperta al pubblico alla fine del 2020 la ciclabile Torino – Milano, lunga ben 82 Km e larga 3,4 m.
La pista sarà realizzata seguendo il canale Cavour, e il punto di partenza sarà tra Chivasso e Crescentino.
Raggiungerà quindi Galliate e il Ticino, e all’altezza di Turbigo si immetterà nell’attuale pista che da Sesto Calende arriva fino ad Abbiategrasso. Quindi, percorrendo i Navigli, arriverà nella città di Milano.
La ciclabile costerà 25 milioni di euro. Il progetto sarà in carico alla Città metropolitana di Torino e sarà attuato dall’ingegner Luigi Spina, già realizzatore di altre ciclabili della provincia torinese.
Regione Piemonte, province di Vercelli e Novara, parchi del Ticino, del Po, della Collina Torinese e del lago Maggiore e Canale Cavour hanno firmato il protocollo d’intesa per realizzarla.
Non stupisce che il progetto si stato siglato proprio nell’anno dedicato al turismo lento, che vede nel settore ciclistico una delle sue branche maggiori. E non è neanche un mistero che la città di Torino ed il suo Sindaco stiano attuando una serie di manovre volte a sviluppare il più possibile una mobilità ecologica e sostenibile.
Sicuramente però la creazione di un circuito cicloturistico così esteso costituirà una grande attrattiva per gli appassionati di bici e percorsi naturali. Inoltre saranno limitati al contempo gli spostamenti con mezzi inquinanti che danneggiano la salute e l’ambiente.
VenTo
Ricordiamo che questa nuova pista non va confusa con VenTo, l’altro progetto di ciclabile che collegherà Torino con Venezia.
Progetto appunto, ma purtroppo non ancora realtà. VenTo infatti presenta lungo il tracciato individuato varie criticità che rendono attualmente impraticabile il percorso per un 43% della sua tratta. Che tradotto in numeri vuol dire l’inagibilità di 293 km sui 679 previsti.
Al momento è stato realizzato lo studio di fattibilità, ma mancano ancora le fasi di progettazione preliminare, definitiva ed esecutiva. In seguito si terranno le gare e i lavori di realizzazione, con tempistiche ancora ignote. Gli ostacoli più grandi rimangono amministrativi e processuali.