shutdown USA

Lo shutdown USA, ovvero la crisi federale che si sta abbattendo sugli Stati Uniti, sta avendo un impatto fortemente negativo su molteplici settori. Primo fra tutti quello della cultura.

Molti sono infatti i grandi musei che si trovano costretti a chiudere le porte al pubblico.

Lo shutdown in breve

Le cause dello shutdown USA vanno ravvisate nella volontà del presidente degli Stati Uniti di realizzare un muro al confine con il Messico, per cui Trump  ha richiesto oltre 5 miliardi di dollari. Richiesta però rifiutata dai suoi avversari politici, cosa che ha portato ad un mancato accordo sulla legge di bilancio. La conseguenza è il blocco dell’ intero Paese: si stima siano 800 mila i lavoratori rimasti a casa per la chiusura di vari dipartimenti.

I Musei coinvolti

La National Gallery of Art di Washington è una delle istituzioni colpite. Tramite un comunicato stampa via web è stato infatti dichiarato che “Durante la parziale chiusura del governo federale, gli uffici e tutti i locali della National Gallery of Art e dello Sculpture Garden sono chiusi al pubblico, mentre tutti i programmi vengono cancellati.” 

Ovviamente questo comporta una chiusura di tutte le mostre, le esibizioni temporanee, le attività culturali e gli appuntamenti previsti. Fuori uso anche il servizio clienti e il negozio di vendita online dei biglietti di ingresso.

Ma la National Gallery non è l’unico museo americano ad essere stato colpito dallo shutdown. La stessa sorte è toccata all’intera rete di musei pubblici della città, ovvero allo Smithsonian Network. Esso comprende lo Smithsonian American Art Museum, l’Hirshhorn Museum e lo Sculpture Garden, ma anche musei di scienze naturali come il National Museum of Natural History e il National Zoo e poli etnografici come il National Museum of the American Indian.

Amareggiati anche molti artisti. Jeffrey Veregge, la cui mostra è attualmente “oscurata” al National Museum of the American Indian, ha dichiarato “Ogni artista, ogni creativo, lavora duramente per una vita intera sperando in un’opportunità come questa. Vedere la propria mostra chiusa fa schifo, ferisce”.

 

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Chiara Mandich

Classe 1985, camperista dalla nascita, è sia l’autrice dei testi del sito che di alcune delle fotografie.

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