Eccoci a Corinaldo: cosa vedere nella città marchigiana dei “picchiatelli”, e perché i suoi abitanti sono considerati un po’ matti?
Lo scoprirai tra poco, e scoprirai anche un borgo medievale davvero bello e pittoresco…oltre a qualche esperienza un po’ più particolare.
Indice
Le Mura e la Città
Corinaldo si trova in provincia di Ancona, ed è il borgo con le mura di cinta meglio conservate di tutte le Marche.
E’ situata in cima a un colle, e l’impianto della città è in parte medievale e in parte rinascimentale.
I due differenti stili sono particolarmente evidenti sia nella pianta stessa di Corinaldo che nella struttura delle mura.
Nel primo caso infatti la città è stata edificata rispettando le linee naturali della collina su cui Corinaldo poggia, mentre nel secondo caso la natura si è piegata al volere dell’uomo.
La cosa curiosa è che pare non ci siano piazze: questo perché col passare degli anni Corinaldo ha ospitato un numero sempre crescente di chiese, e proprio per fare spazio a quello che attualmente è il Santuario dedicato a Santa Maria Goretti la piazza principale fu ridotta e perse la sua struttura.
Ma torniamo alle mura.
La cinta intera misura circa 1 km, e presenta camminamenti e torri.
Tra le torri, la più caratteristica è quella pentagonale risalente al XV secolo che costituisce lo Sperone.
Il Santuario di Santa Maria Goretti
Forse ricorderai Corinaldo come patria di Santa Maria Goretti, e avresti ragione.
Qui il 16 ottobre del 1890 nacque infatti la bimba simbolo assoluto del perdono e della bontà.
Figlia di contadini, da piccola si trasferì con la famiglia nella campagna romana, dove divise casa con un padre e suo figlio.
Il nome del giovane era Alessandro Serenelli, e questi si invaghì a tal punto della bella Maria che tentò di abusare di lei un giorno che la trovò sola in casa.
Maria però, profondamente religiosa e devota, oppose resistenza facendo indispettire Alessandro.
Iniziò una sorta di lotta tra i due, e alla fine il giovane uccise Maria trafiggendola più e più volte con un punteruolo.
Prima di morire però la bambina perdonò il suo carnefice, ed espresse la volontà di dividere un giorno con lui il Paradiso.
Alessandro scontò la sua pena, e una volta uscito di prigione chiese perdono per le sue azioni alla madre di Maria, Assunta, proprio la notte di Natale.
Anche la donna, così come aveva già fatto la figlia, lo perdonò, e la sua salma riposa oggi vicino a quella di Alessandro all’interno del Santuario, noto anche come la Casa del Perdono.
Qui inoltre troverai la reliquia dell’ulna di Maria, che venne proclamata Santa il 24 giugno 1950.
A Corinaldo, poco fuori dal borgo, potrai visitare anche la casa natale di Maria Goretti.
Il Pozzo della Polenta
Entrando a Corinaldo ti troverai davanti una bellissima scalinata, e circa a metà vedrai un pozzo.
Ecco, quello è il “Pozzo della Polenta”, una delle particolarità che hanno contribuito alla fama di pazzerelli dei corinaldesi.
Leggenda vuole che un giorno si trovasse a passare di lì un contadino con in spalla un sacco di farina di mais…che per sfortuna gli cadde nel pozzo.
Ora, sai bene cosa si ottiene mischiando farina di mais ed acqua, no?
Esatto, proprio una bella polenta!
Il contadino si calò nel pozzo per salvare il salvabile ma tutti i passanti, vedendolo, cominciarono ad additarlo e a deriderlo.
Alcuni gli chiesero perché era sceso fin nel pozzo per mangiare della polenta, altri gli domandarono se non fosse meglio aggiungere anche un pezzo di salsiccia…
Insomma, lo presero per folle, e il racconto venne probabilmente ingigantito dai nemici di Corinaldo al fine di screditarla.
La verità?
Nessuno la sa, ma è certo che il pozzo storicamente fu costruito dal tiranno Antonello Attaccabriga nella seconda metà del 1400.
Ed è anche certo che al giorno d’oggi la storia della polenta è presa come pretesto per organizzare l’annuale Contesa, la più antica rievocazione storica del territorio di Ancona.
La Casa di Scuretto
Un altro episodio curioso è quello che vide protagonista ai primi del ‘900 tal Gaetano Priori, un ciabattino il cui figlio era emigrato in America in cerca di fortuna.
Il ragazzo, che voleva tanto bene al suo babbo, si premurava di mandargli con cadenza regolare dei soldi affinché questi potesse costruirsi una casa e smettere di vivere in affitto.
Peccato che il buon Gaetano quei soldi preferisse spenderli alla taverna…
Un bel giorno il figlio, dubbioso circa l’effettivo utilizzo dei soldi da parte del padre, domandò una prova dell’avanzamento dei lavori di costruzione della casa.
Gaetano non si perse d’animo, e fece costruire solo la facciata di un bell’edificio, con tanto di numero civico sulla porta.
Insomma, realizzò una sorta di scenario teatrale in muratura, e arrampicatosi al piano superiore si fece scattare una foto affacciato alla finestra.
La fotografia probabilmente non fu convincente, perché il figlio smise di inviare al padre soldi dall’America…
La casa di Scuretto però, ribattezzata così perché secondo Gaetano la casa era finita e le mancavano solo gli scuri, puoi vederla davvero: si trova infatti poco lontano dal pozzo, in Via del Pozzo della Polenta 5.
Il Cannone di Fico
Ed ecco l’ultima prova del fatto che i corinaldesi erano un po’ “picchiatelli”, ma in senso buono.
Anni e anni fa c’era una grande rivalità tra Corinaldo e la vecchia Montenovo, ora Ostra Vetere.
I corinaldesi, volendo infliggere un duro colpo alla città nemica, pensarono bene di costruire un cannone, e lo fecero scavando un tronco di fico.
Il giorno prescelto per attaccare Montenovo c’erano ben sette uomini a reggere il poderoso cannone, e quando questo sparò…morirono ovviamente tutti e sette.
Il comandante dei corinaldesi allora esclamò: ” Se qui ne son morti sette, chissà quanti ne saranno morti a Montenovo…!”
Indovina un po’…?
Nessuno…
Vatti a fidare dei cannoni fatti di tronco di fico!
Anche questa peculiarità di Corinaldo è attualmente visibile, e si trova in Via del Corso 9.
Ma Non Finisce Qui…
Queste sono senz’altro le particolarità per cui Corinaldo è più celebre, ma noi Allemandich non potevamo fermarci a ciò che è ovvio.
Supportati dall’Ufficio Turistico e dal Sindaco della città, Matteo Principi, abbiamo infatti preso contatto con altre realtà spettacolari.
Abbiamo visitato l’Antico Molino Patregnani, e dalla voce di Angela e Nicola abbiamo appreso come fin dal Medioevo qui si producessero olio, vino e farina.
Abbiamo percorso una parte della tratta ciclopedonale che gira intorno al mulino, e ci siamo poi spostati a Santa Maria in Portuno per incontrare Emanuela e farci raccontare la storia di questo sito archeologico forse poco noto, ma tanto interessante.
Siamo stati ospiti dell’Azienda Vitivinicola Giordano Spallacci e abbiamo assistito ad alcune fasi della vendemmia, assaggiando i vini bianchi e rossi prodotti da Giordano, Paola e Silvia.
E infine abbiamo incontrato Giovanna, giovane apicoltrice di Ostra Vetere che ci ha deliziato con il miele prodotto dalla sua VerdeOro.
Non te ne parliamo qui però, perché ogni storia è una storia a sé e merita un giusto spazio: continua quindi a seguirci per conoscere man mano queste realtà degne di lode e legate da una comune passione per il territorio.
Dove Sostare col Camper a Corinaldo
Ai piedi delle mura c’è un’efficientissima area sosta gratuita, dotata di elettricità e anche barbecue.
Ma non ci dilungheremo ulteriormente in questa sede, perché ti abbiamo già parlato in precedenza dell’area sosta camper di Corinaldo.
Corinaldo: Cosa Vedere? Le Nostre Conclusioni
Siamo davvero felici di aver scoperto Corinaldo e tutte le meraviglie del suo territorio, tra leggende simpatiche e produzioni locali.
E saremmo ancora più felici se venissi tu stesso a scoprirle, perché una simile calorosa accoglienza non è riservata solo a noi ma a chiunque abbia il piacere di venire a visitare il borgo.
E poi il Sindaco, Matteo Principi, è un ex camperista…cosa volere di più?
Speriamo di averti incuriosito, e ti aspettiamo presto sul nostro sito per presentarti tutte le altre stupende realtà che abbiamo conosciuto.
Alla prossima!