Una “ Cena coi Fiocchi ” a Torino

cena coi fiocchi
Ieri sera, per festeggiare il raggiungimento di un traguardo personale, ci siamo concessi una cena presso il ristorante “ La Cena coi Fiocchi – Cucina Viva” di Torino.

Francesca Lopresti e Sante Biondi, i proprietari, sono nostri cari amici: a loro ci siamo affidati anche per il nostro pranzo di nozze, e forse non saremmo del tutto oggettivi se dovessimo recensire il loro locale come abbiamo fatto per gli altri ristoranti.

Lasciamo quindi parlare Tripadvisor per quanto concerne la valutazione della Cena, e per questa volta cambiamo un po’ la formula del nostro articolo.

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Prima però desideriamo presentarvi brevemente il ristorante: il locale che lo ospita è piccolo ma accogliente, dall’atmosfera casalinga e semplice; alle pareti, tinte di un bel color giallo, sono appese stampe cinematografiche e varie decorazioni che potremmo trovare anche nelle cucine delle nostre mamme e delle nostre nonne, come degli stampi in rame. La cosa che attira di più l’attenzione è un grande frigo della fine degli anni ’50, in legno e perfettamente funzionante, ma anche l’angolo bar ha il suo fascino.

I tavoli sono apparecchiati con semplicità, ma nulla è lasciato al caso, e se doveste recarvi in bagno trovereste la massima pulizia e qualche piccola coccola, dal potpourri profumato a bicchierini monouso e collutorio per rinfrescarsi la bocca dopo i pasti.

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Nell’attesa dei piatti che abbiamo ordinato ci vengono portati piccoli assaggi di salame e toma fresca, e intanto il locale inizia a riempirsi…

Gustiamo battuta di manzo, flan di verdure fresche con fonduta di Castelmagno, gnocchi fatti in casa ai formaggi, busiate (una sorta di fusilli lunghi) con pesto di pistacchi e gamberi e, infine, tiramisù e una torta di pasta frolla, pere e cioccolato.

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Con i dolci viene sempre servita un’intera bottiglietta di Passito, da cui si può attingere come e quanto si vuole. Tutto ottimo, come sempre.

Sante è occupatissimo ai fornelli, e Francesca gira come una trottola per il locale per coccolare e seguire tutti i clienti.

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E poi arriva il momento clou della serata: qualcuno ordina dello zabaione, e Francesca come ogni volta lo prepara in sala sul momento, sotto gli sguardi rapiti e ingolositi degli ospiti.

Poco per volta i clienti si alzano e vanno via, e finalmente Francesca può sedersi un attimo con noi e fare una chiacchierata.

Allora, Francesca: com’è nata “La Cena coi Fiocchi”?

Nasco figlia di ristoratori, e con i miei genitori ho lavorato fino al mio 23esimo anno di età. Ho poi deciso di staccarmi da loro per aprire un ristorante mio, anche se contro la loro volontà, e ho gestito per 15 anni un locale in Corso Regina 252. Ma quel ristorante era davvero troppo grande per me, e ho iniziato a cercare qualcosa di più piccolo. Ho poi trovato questo, che all’epoca si chiamava “Bacco Sapiente” e che ha mantenuto per un po’ il nome in attesa che io ne trovassi uno più “mio”.
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E alla fine lo hai trovato…

Sì, attingendo a un mio ricordo di infanzia. Io avevo sei anni circa quando mio zio si fidanzò, e ricordo che mia mamma gli disse che, se le avesse fatto conoscere la ragazza, gli avrebbe preparato in cambio una cena coi fiocchi. E così andò. Mia mamma cucinò ogni sorta di prelibatezze, ma più l’ora di cena si avvicinava più io diventavo consapevole di una sua grande dimenticanza: non aveva preparato i fiocchi! Pensai che mio zio ci sarebbe rimasto malissimo, quindi andai dalla mia vicina di casa e le esposi il problema. Lei mi ascoltò attentamente, poi mi mandò a prendere della lana e insieme confezionammo per ore tanti fiocchetti, che io misi in un cesto e che estrassi trionfante alla fine della cena, rimproverando innocentemente mia mamma di essersi scordata proprio i fiocchi! L’ex proprietaria del Bacco Sapiente mi convinse ad utilizzare questo nome, ma io avevo paura che suonasse troppo “pretenzioso”, e ci aggiunsi il nome “Cucina Viva”…che è poi il vero nome del locale, perché esprime al meglio ciò che siamo.
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Spiegaci cosa intendi

Per noi, cucinare non è solo nutrire le persone, e mangiare non è solo un atto necessario per sopravvivere. E’ passione, è vita, è gioia, e vogliamo che questa nostra energia sia trasmessa al cliente che viene a trovarci. La passione passa attraverso l’attenzione che prestiamo nello scegliere le materie prime, nel prepararle, nel presentarle al meglio. Si ritrova nel modo in cui cerchiamo di coccolare ed accogliere il cliente, e generalmente lui si accorge del messaggio profondo che cerchiamo di trasmettere senza che venga spiegato il perché della scelta del nome: lo percepisce.
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Quindi la vostra scelta accurata delle materie prime si deve a questo?

Non solo. Offrire buon cibo e materie prime valide è il minimo, così come accogliere con gentilezza il cliente. Dovrebbe essere normale, non qualcosa di cui vantarsi. Noi cerchiamo di offrire un “di più” nel nostro ristorante.
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Come il tuo famoso zabaione!

All’inizio, quando abbiamo aperto qui, non avevamo molti clienti e io avevo di conseguenza molto più tempo libero…Ho pensato quindi di intrattenere chi veniva a trovarci preparando questo dolce direttamente in sala: è una cosa che penso sia bella da vedere e a me piace moltissimo farlo. E quando il ristorante ha iniziato ad attirare gente è diventato impensabile toglierlo…Me lo chiedevano tutti!

Un’altra “coccola” che abbiamo introdotto di recente consiste nell’offrire un po’ di brodo speziato caldo a chi viene a trovarci per pranzo in queste giornate particolarmente fredde.

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La vostra cucina è un mix di Piemonte e Sicilia: come mai questa scelta?

Io ho origini meridionali, però sono nata qui a Torino e non potevo non rendere omaggio anche alla cucina piemontese. Sono stati i clienti stessi che, nel corso degli anni, ci hanno aiutato a selezionare i piatti da inserire in menù, che ha anche qualche tocco etnico al suo interno: il cuoco che è stato con noi fino ad un anno fa e che lavorava con me già ai tempi di Corso Regina è del Bangladesh, e ogni tanto organizzavamo serate a tema indiano. Adorava condire con le spezie, al punto che a volte dovevo nascondergliele per evitare che ne abusasse…! Ora lavora a Londra, e io e Biondi abbiamo deciso di gestire da soli anche il lato cucina: io preparo le basi e mi occupo del contatto col cliente, che per me è vitale come l’aria e non potrei farne a meno, mentre lui completa i piatti. Ha codificato ogni singola ricetta, è precisissimo, ma davvero bravo. Sante è qui alla Cena da relativamente poco, prima era il supervisore dei direttori dei cinque ristoranti di Chiambretti qui a Torino e prima ancora è stato direttore sulle navi da crociera…ha avuto davvero una carriera intensa!
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E’ arrivato il momento di salutare Francesca e Sante, ma prima veniamo omaggiati di un pacchettino dei loro buonissimi biscotti fatti in casa, che offrono a tutti i clienti al momento del caffè, e di una piantina di insalata da invasare, ulteriore “coccola” riservata agli avventori del ristorante.

Informazioni su ” La Cena coi Fiocchi “

Per concludere vi lasciamo i contatti utili:

 

La Cena coi Fiocchi – Cucina Viva

Via Giovanni Spano, 16

10134 Torino

Tel: 011 31 87 993

Facebook:

Sito web: www.lacenacoifiocchi.it

E-mail: info@lacenacoifiocchi.it

 

Orari e giorni di apertura:

Martedì- Sabato: 12.00 – 15.00 / 19.00 – 22.30

Aperto la Domenica a pranzo, chiuso il Lunedì

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Chiara Mandich

Classe 1985, camperista dalla nascita, è sia l’autrice dei testi del sito che di alcune delle fotografie.

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