La Phantom Manor, a Disneyland Paris, è una delle attrazioni più iconiche e suggestive di tutto il Parco.
Da poco restaurata così come ti abbiamo raccontato in un nostro precedente post sulle novità a Disneyland, ha conservato e anzi accresciuto il suo fascino sinistro.
Riteniamo personalmente che sia uno di quei soggetti da fotografare assolutamente al Parco, ma stavolta non è stato semplice.
Nuove regole, molto nebulose
Sapendo che quel giorno avremmo voluto scattare fotografie non del genere “mordi e fuggi” ma più studiate, abbiamo infilato nel nostro zaino corpo macchina, obiettivi e il nostro treppiede. Che ormai risente del tempo che passa e andrebbe sostituito, ma questo è un altro discorso.
Non era la prima volta che entravamo a Disneyland così equipaggiati.
L’anno precedente infatti ci eravamo informati scrivendo proprio al Parco per avere conferma che fosse consentito introdurre una simile attrezzatura, e avevamo ricevuto risposta positiva.
“Solo i selfie sticke sono proibiti“, ci avevano detto.
E noi di selfie stick non ne possediamo neanche mezzo, perché proprio non li sopportiamo. In realtà sarebbe da sottolineare che invece questi diabolici aggeggi entrano eccome a Disneyland, e rischiano di cavare un occhio ai passanti o di infastidire gli spettatori durante gli spettacoli. Come passino i controlli di sicurezza, visto che ogni singola borsa ed ogni zaino vengono scansionati, resta un mistero.
Ma torniamo a noi.
Entriamo col nostro bello zaino, così come anche il giorno prima in effetti. O almeno, proviamo ad entrare: Fabio, il portatore dello zaino, cosa che fa molto incrocio tra il nuovo Jumanji e una qualche versione de Il Signore degli Anelli, viene bloccato ai tornelli. Non ai controlli di sicurezza, quelli li aveva passati senza problemi, ma proprio all’ingresso del Parco.
E scopriamo che non si possono introdurre treppiedi per ragioni di sicurezza.
Proviamo a protestare, a spiegare che ci era stato detto ben altro, che il giorno prima non avevamo avuto problemi di sorta…Niente. Irremovibili.
Fabio ha quindi dovuto rifarsi tutta la strada indietro fino al camper (e forse sai quanto siano distanti i parcheggi dei mezzi ricreazionali: praticamente 1,5km, con le passerelle mobili che funzionano una volta sì e dodici volte no) e ritorno.
Intanto io, Chiara, sono andata a chiedere ulteriori spiegazioni al City Hall, che è il luogo in cui vengono accolti gli ospiti. Il gentilissimo addetto si è scusato infinitamente, ma ha detto che le regole erano cambiate per uniformarsi all’America.
Ok, ma che almeno esplicitassero chiaramente le nuove direttive, e soprattutto si mettessero d’accordo in modo univoco all’interno del Parco!
Tuoni, fulmini e saette
Se il nostro umore era temporalesco, si poteva dire lo stesso del cielo. Nerissimo, con nuvole dense e minacciose e anche un venticello niente male. E un freddo impensabile per giugno: avevamo addosso maglia a maniche lunghe, felpa, giacca e faceva ancora freddo. Quando ha iniziato a piovere è stato anche peggio, perché l’acqua si infilava ovunque per colpa del vento che si stava facendo sempre più forte.
Il clima ideale però, abbiamo pensato, per goderci la Phantom Manor.
Con un cielo così spettrale è infatti particolarmente piacevole circondarsi di fantasmi e creature del mistero, vero? Crea proprio la giusta atmosfera.
Ed era anche un buon contorno per una foto, magari in HDR per sfruttare tutti i contrasti del cielo.
Abbiamo solo dovuto pazientare per aspettare che smettesse un po’ di piovere e abbiamo scattato. Come sempre in questo articolo ti mostriamo sia il risultato finale dopo la post-produzione che quello prima dello sviluppo del Raw, e siamo certi che non avrai problemi a distinguerli.
Un uragano in arrivo: fuga dalla Phantom Manor e dal Parco
Tutto il reportage fotografico di quel giorno è stato reso difficile dal maltempo, ma se la pioggia poi in qualche modo siamo riusciti a gestirla, per il vento le cose sono andate ben diversamente.
Si è formato infatti una specie di uragano, mentre intorno a noi volava di tutto.
E all’uscita del Parco, a pochi metri dal vialetto che stavamo percorrendo, da un albero si è addirittura staccato un enorme ramo, che se fosse caduto sulla testa di qualcuno avrebbe causato come minimo qualche ferita grave.
Ovviamente abbiamo cercato di avvisare la sicurezza, ma gli addetti ai metal detector non capivano una parola di inglese. Ci abbiamo messo parecchio per comunicare, sfruttando anche l’aiuto di Google Translate, e finalmente siamo riusciti a parlare con il responsabile e a spiegargli la situazione.
Ecco, quella volta abbiamo davvero avuto paura di farci seriamente male…Ma invece le cose sono per fortuna andate diversamente, e siamo tornati al sicuro tra le pareti del nostro Merlino con il nostro bello scatto della Phantom Manor e molti altri.
Come sempre ti indichiamo i dati di scatto, e ti ricordiamo che se non l’hai ancora fatto puoi scaricare gratuitamente la nostra guida a Disneyland Paris. Alla prossima!