Nel 2019 non ci saranno aumenti nei pedaggi autostradali per il 90% delle tratte .
Il Consiglio di Amministrazione di Autostrade per l’Italia ha infatti dichiarato di “mantenere sulla propria rete l’attuale livello tariffario, senza quindi applicare all’utenza l’incremento sul pedaggio spettante alla concessionaria. Autostrade per l’Italia intende così supportare la crescita e la competitività del Paese mantenendo a proprio carico l’iniziativa per un periodo di sei mesi in un fattivo spirito di collaborazione con il governo”.
Queste invece le parole del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli :”Grazie al duro lavoro fatto al Mit in questi ultimi giorni, e nonostante tantissimi ostacoli, ho firmato i decreti grazie ai quali, nel 2019, non scatterà nemmeno un centesimo di aumenti dei pedaggi sul 90% delle autostrade italiane”. Ha poi aggiunto, tramite la sua pagina Facebook, che ” l’assenza di rincari è il risultato di una fruttuosa interlocuzione con i concessionari autostradali. E laddove l’accordo non si è raggiunto, come nel caso di Strada dei Parchi, che gestisce le arcinote A24-A25, abbiamo agito emanando comunque l’apposito decreto di sterilizzazione degli esorbitanti rincari per gli utenti. Siamo di fronte a un risultato di cui vado molto fiero, un traguardo importante del governo del cambiamento a favore dei cittadini, di tutti noi”.
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Colpito il Piemonte
Tuttavia non rientra nel 90% delle tratte esenti da aumenti la A6: la Torino-Savona vedrà infatti nel 2019 un rincaro del 2,2 per cento. Vessate anche l’autostrada che porta dal capoluogo piemontese a Bardonecchia, con un aumento addirittura del 6,71%, e l’autostrada di Aosta, che dal 1 gennaio registra un +6.32%.
A dir poco furiosa la reazione dell’Uncem (Unione nazionale dei comuni, comunità ed enti montani): “Il nord-ovest dei transiti, della mobilità e dei trasporti è ancora una volta l’area più penalizzata d’Italia. Non solo la grave situazione, registrata ormai da anni, sempre più acuta, al Tenda. Non solo le eterne incancrenite battaglie tra chi è contro e chi a favore dell’alta velocità. Non solo il Maddalena troppo spesso chiuso a causa della neve e del rischio valanghe. Non solo la Cuneo-Asti resta incompleta. Oggi scopriamo che tra le pochissime autostrade che aumentano in Italia vi sono quelle piemontesi: Torino-Savona, Torino-Aosta, Torino-Bardonecchia”.
Riba e Bussone, più agguerriti che mai
Proteste in particolare da parte di Lido Riba e Marco Bussone, rispettivamente presidenti proprio dell’Uncem regionale e nazionale:” È inaccettabile: tutti gli anni denunciamo questo scandalo. Tutti gli anni chiediamo che a fronte degli aumenti vi siano investimenti e soprattutto benefici per i territori. Le autostrade piemontesi, come in pochi altri pezzi di Paese, sono autostrade di connessione con l’Europa. Attraversano Alpi e Appennini, verso la Francia e la Svizzera. Uniscono il Paese all’UE. Eppure nessuno considera che quei tratti alpini e appenninici sono fondamentali per l’Italia. Ai territori però torna niente. Neanche qualche misero euro per un po’ di porfido o di asfalto per mettere in sicurezza la rete secondaria. Da tre anni chiediamo che nelle leggi di bilancio statali sia inserita una norma che permetta di usare una percentuale dei canoni per le concessioni autostradali incassati dallo Stato per la manutenzione della rete di strade secondarie locali e per alimentare il fondo montagna”.
E ancora:” Qualche milione di euro l’anno potrebbe essere utile per reti locali di mobilità elettrica, per la manutenzione ambientale, per la valorizzazione delle zone forestali vicine alle autostrade. Nessuno ascolta l’Uncem. La logica del pagamento dei servizi ecosistemici-ambientali non interessa, disturba pesantemente molte lobby. Le società autostradali si guardano bene dall’aprire tavoli di dialogo, come avevamo fortemente auspicato dopo la tragedia del Ponte Morandi. Il ritorno ai territori per quelle lingue di asfalto che solcano le valli è pari a zero. Solo impatto acustico e ambientale. Così questi aumenti sono ancora più gravi. Scellerati”.
L’appello ai politici
Infine l’appellodi Riba e Bussone a deputati e senatori della Regione Piemonte:” Chiediamo ai parlamentari piemontesi, al Consiglio e alla Giunta regionale di mobilitarsi con noi verso il Governo e le società. I Concessionari piemontesi, il Concessionario, sta facendo quel che vuole. La tangenziale non aumenta? Lì andrebbero tolti tutti i pedaggi dalle barriere in entrata e in uscita. È doppiamente scandaloso vi sia da pagare per chi entra ed esce dalla circonvallazione della città. Gravissimo. Vanno tolti tutti i balzelli. Sarà decisiva la gara per la riassegnazione della tratta. I territori devono contare. E se gli aumenti di ieri non verranno rivisti entro un paio di settimane, potremmo portare i Sindaci sotto le Prefetture. In piazza. Racconteremo ai Prefetti la gravità di situazioni che fanno male al Piemonte, il danno dell’aumento delle tariffe autostradali, oltre alla beffa di non avere alcun ritorno per i territori. Gravissimo. La montagna guiderà la mobilitazione”
Proteste anche dal PD
Anche Silvia Fregolent, deputato Pd, protesta dalla sua pagina Facebook: “Toninelli colpisce ancora, ed ancora una volta uno dei territori maggiormente penalizzati è il Piemonte. Nonostante l’esponente del governo abbia annunciato lo stop dei rincari delle tariffe autostradali il tratto della A 32 che collega Torino ha subito un aumento di quasi il 7 per cento mentre nella Torino – Savona i pedaggi crescono del 2,2 per cento. Si tratta, va specificato, di aumenti concordati direttamente con il Ministero. Dopo i pasticci e le gaffe su ponte di Genova, la Tap, la Tav, il tunnel del Brennero, l’inutile commissione costi benefici sulle grandi opere, a questo punto ci viene il sospetto che Danilo Toninelli titolare del dicastero infrastrutture sia in realtà una fake news”.