Ma tu lo sapevi che in Italia abbiamo una Valle del Diavolo e che qui si produce una forma di energia rinnovabile che ci rende famosi in tutto il mondo?
Ti diamo un indizio: ci troviamo in Toscana, nelle zone intorno a Larderello, e se ancora brancoli nel buio sappi che non sei il solo. Anche noi infatti, prima di conoscere in prima persona queste terre grazie all’educational tour a cui abbiamo partecipato, ignoravamo totalmente che questa regione fosse così ricca di bellezze e curiosità.
Ok, ti abbiamo tenuto sulle spine fin troppo: andiamo quindi a scoprire di cosa stiamo parlando.
Indice
Una fonte di energia rinnovabile custodita nel sottosuolo

Stiamo parlando dell’energia geotermica, una tra le fonti di energia rinnovabili tra le più rare al mondo.
Rare, già, perché servono condizioni ben precise del sottosuolo per renderla sfruttabile nel modo corretto.
A livello di terreno innanzitutto ci dobbiamo trovare in presenza di un bacino sotterraneo contenente lava, al di sopra del quale deve esserci uno strato di rocce permeabili che consentano l’infiltrazione d’acqua. Ancora al di sopra un altro strato di rocce, stavolta impermeabili.
Cosa succede a questo punto? Vediamolo insieme.

Il calore della lava va a trasformare in vapore l’acqua che si trova nello strato roccioso sovrastante, ma il livello impermeabile al di sopra si comporta un po’ come il coperchio di una pentola a pressione e non permette che nulla esca. Il vapore è quindi bloccato nel sottosuolo, ma basta creare un pozzo e trivellare a circa 3000 metri di profondità per farlo fuoriuscire. Pressione e temperatura del vapore sono altissime al momento dell’apertura del pozzo, ma devono rientrare entro certi range per poter servire a produrre energia alternativa.
Il Museo della Geotermia di Larderello e la Valle del Diavolo
Tutto questo ci è stato raccontato dal sapiente Massimo durante la nostra visita presso il museo della geotermia di Larderello e il Museo della Geotermia, e grazie a lui abbiamo scoperto molte altre cose interessanti.
Ad esempio la storia di François Jacques de Larderel, colui che ha dato il nome a questa zona.
Prima però dobbiamo fare un piccolo salto indietro e capire come mai questa zona è nota col nome di Valle del Diavolo. Hai qualche idea in merito?

Ecco la soluzione.
Il vapore può anche fuoriuscire spontaneamente dal terreno a formare quelli che prendono il nome di “soffioni boraciferi“, e quando questo accade ne risulta un ambiente brullo, spoglio, circondato da una nebbia che in realtà è proprio il vapore liberatosi. E’ tutto come un grande calderone fumante, e non è quindi difficile paragonare questa terra alla casa del demonio.

Per secoli il fenomeno spaventò gli autoctoni, che pensarono bene di tenersi il più lontano possibile da questo inferno in terra. Ma poi qualche temerario si prese la briga di analizzare la composizione delle acque che qui formavano piccoli laghetti caldi, e scoprì che erano ricche di acido borico portato in superficie proprio dal vapore che risaliva. Ed è qui che ha inizio la storia di de Larderel nell’800.
De Larderel, il genio moderno
De Larderel acquistò i terreni di zona ed iniziò a prelevare l’acido borico per poi rivenderlo.
Sai a cosa serve l’acido borico? Se hai dei figli in età scolare forse anche tu ora avrai a che fare con gli slime e la loro creazione, ma se così non fosse forse saprai che questa sostanza è usata in molti altri campi. In oftalmologia per esempio, come disinfettante, per far legare insieme due oggetti d’oro o, ancora, per fissare il colore della ceramica.

Ad ogni modo de Larderel aveva una mente aperta e moderna, e in questo territorio fece edificare un vero e proprio villaggio operaio, con tanto di scuole e mercato. Mise in piedi persino una banda musicale, e stabilì che tutti gli orfani e le vedove degli operai caduti sul lavoro dovessero ricevere una pensione. Fece così tanto per i suoi operai che fu stabilito di dare il suo nome al villaggio e ai suoi dintorni.
Ma non fu lui a capire il potenziale inespresso del vapore sotterraneo e del geotermico.
Da ieri a oggi: Vapori di Birra
Fu il marito di sua nipote ad avere l’intuizione di sfruttare la potenza del vapore per produrre energia elettrica. Così i pozzi furono via via perfezionati e resi più sicuri, e se ti troverai a girovagare per queste zone vedrai condutture a cielo aperto in ogni dove. Buona parte della zona infatti, grazie a Enel Greenpower, attualmente si riscalda e si illumina grazie agli impianti geotermici.
E c’è persino chi, sfruttando queste fonti rinnovabili, produce dell’ottima birra.

E’ il caso del birrificio Vapori di Birra, che ci ha invitati a degustare alcune creazioni artigianali. Non ci dilungheremo in merito alle tecniche utilizzate per la produzione di birra perché abbiamo già affrontato l’argomento: ad esempio tempo addietro ti abbiamo raccontato la nostra esperienza presso il birrificio De Halve Maan di Bruges.
Ad ogni modo sappi che ti consigliamo assolutamente questo locale se ti troverai in zona e avrai voglia di cibo genuino e ottima birra prodotta con energia pulita.
Quando un pozzo muore
Cosa succede quando il vapore nel sottosuolo non si trova più nelle condizioni di temperatura e pressione necessarie per produrre energia?
Succede che un pozzo viene chiuso, ed un altro altrove viene aperto.
Durante la nostra visita però siamo stati condotti ad assistere all’apertura di un pozzo ormai in disuso, e ne siamo rimasti sbalorditi.
Di colpo dal sottosuolo è fuoriuscita rapidissima e potente una colonna di vapore da 12 tonnellate, a 180°C di temperatura e ad una pressione di 3 bar.

Bisogna godersi lo spettacolo da lontano però, non tanto per il calore (che pure sarebbe mortale) quanto piuttosto per il rumore. E’ davvero assordante, e fare solo un passo in più oltre la delimitazione di sicurezza vorrebbe dire andare incontro alla soglia del dolore. Ecco percé ti consigliamo caldamente questa esperienza, ma solo se non soffri di problemi di udito e non indossi apparecchi acustici.
Tra soffioni boraciferi e paesaggi lunari

Un soffione boracifero, come abbiamo visto, può essere sia naturale che artificiale, e non è altro che vapore che fuoriesce dal sottosuolo. Dopo la visita alla centrale geotermica di Larderello abbiamo dunque cambiato guida e, in compagnia stavolta di Andrea, siamo andati alla scoperta dei soffioni naturali di Sasso Pisano e delle Biancane di Monterotondo.

Abbiamo scoperto che questi soffioni sono detti “vapore prevalenti“, a differenza ad esempio di quelli islandesi che sono detti “acqua prevalenti“. Come questi toscani ce ne sono solo altri 5 al mondo!
Le Biancane di Monterotondo soprattutto sono davvero spettacolari: un paesaggio lunare, con rocce colorate ricche di minerali variegati e reperti fossili. Tutto intorno soffioni e una vegetazione tipica di quote basse nonostante ci si trovi a circa 700 metri sul livello del mare. Non c’è vita animale, e il terreno è caldo e sempre asciutto: pensa che arriva ai 98°C a pochi centimetri dalla superficie!
Qui potrai anche praticare trekking più o meno impegnativo e, durante le calde sere d’estate, assistere a spettacoli teatrali.
Dulcis in fundo: le terme etrusche

Terreno caldo, acque calde…non pensi sia l’ambiente perfetto per delle terme?
E infatti in queste zone gli etruschi secoli addietro hanno realizzato uno tra i complessi termali più vasti d’Italia: le terme di Populonia, o terme del Bagnone.

Sono attualmente in corso scavi archeologici per riportarle alla luce, e purtroppo spesso le piogge battenti complicano il tutto, ma sono già visibili i resti delle grandi vasche dell’epoca e sono state ritrovate adirittura delle monete.
Un altro tesoro nascosto tutto da scoprire!
L’energia rinnovabile che viene dal cuore della terra e che ci ha incantati
Abbiamo davvero apprezzato questo giro alla scoperta della geotermia, tra i soffioni di Larderello e delle Biancane, tra produttori di birra e antichi stabilimenti termali. In più abbiamo goduto di paesaggi meravigliosi, quasi da film, e se vorrai ripercorrere i nostri passi ti suggeriamo di rivolgerti al Consorzio Turistico di Volterra e della Val di Cecina per consigli e ulteriori informazioni. Alla prossima!