Il Sole 24 Ore lo conferma nell’edizione uscita in edicola questa mattina: è allarme camper.
Il settore dei veicoli ricreazionali in Italia aveva subìto un calo a livello di vendite e immatricolazioni negli ultimi anni, salvo poi risalire in maniera esponenziale dall’anno scorso.
In periodo Covid infatti, quando tutti abbiamo riscoperto il valore e l’importanza del contatto con la natura, del distanziamento sociale e della sanificazione, il camper si è posto come la soluzione ideale, la panacea per tutti i mali.
E i vantaggi di un viaggio o di una vacanza in camper sono certamente innegabili e sotto gli occhi di tutti.
Questo si è tradotto in una crescita esponenziale della domanda di mezzi.
Gli usati sono andati a ruba (pur con un aumento medio dei prezzi. Ma si sa: questa è la regola quando c’è tanta domanda e poca offerta sul mercato…), e i nuovi iniziano a scarseggiare.
I Problemi in Italia
Le principali aziende italiane (cui fanno capo i colossi stranieri Trigano, Thor Industries e Rapido) stanno infatti “lottando” con la scarsità di componenti disponibili e necessarie ad assemblare i loro mezzi.
Mancano materie prime plastiche, meccaniche, elettroniche, lignee e talvolta anche i telai.
Il problema maggiore, secondo quanto dichiarato dal Sig. Simone Niccolai (presidente di APC – Associazione Produttori Camper e produttore a Poggibonsi del marchio Rimor) è la carenza di chassis, a cui si aggiunge un aumento dei costi di trasporto.
La conseguenza è un forte ritardo (se non addirittura uno stop) nella produzione e nella consegna dei nuovi mezzi ai concessionari e, di rimbalzo, ai clienti.
Ma Niccolai non è preoccupato da questo “allarme camper”, e anche se non nega le difficoltà del periodo sottolinea che il settore produttivo le sta affrontando.
Incrociamo le dita quindi, e non stupiamoci se ordinando un camper nuovo in questo momento ci sentiamo dire che lo avremo sotto mano qualche mese più tardi rispetto a quando ci saremmo aspettati…